Vino, dono degli dèi
La Tomba 58 della Necropoli dell’Osteria area C e la bioarcheologia a Vulci
Tesori inediti dal Lazio all’Umbria sotto il segno degli Etruschi: circa sessanta reperti archeologici provenienti dalla Tomba 58 della Necropoli dell’Osteria a Vulci in mostra al Museo del Vino a Torgiano MUVIT per la prima volta in seguito alle operazioni di studio e restauro. La scoperta della Tomba 58, peculiare per tipologia architettonica e per ricchezze custodite, avviene nel corso della campagna di scavo della Fondazione Vulci a cura della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e risale ad aprile 2023. L’apertura del sepolcro in ottobre dello stesso anno porta alla luce un patrimonio inviolato da oltre 2600 anni costituito da anfore da trasporto, olle e pithoi ad impasto, vasellame in bucchero e in ceramica etrusco-corinzia, coppe, oggetti in ferro, oltre a manufatti in bronzo come calderone con i resti di un grappolo d’uva, le cui analisi di laboratorio lasciano ipotizzare quale vitigno di appartenenza un “antenato” del Sangiovese, risvolto scientifico interessante dal punto di vista enologico a conferma del rilievo del vitigno in Italia centrale. Tra le anfore, ne risalta una riportante l’iscrizione “io (sono) di Velχa Felusna”, da intendere probabilmente come primordiale “etichetta” che indica la proprietà della cantina o comunque di quella partita di vino. Il vasto e prezioso corredo restituisce ai posteri il vero e proprio rituale del banchetto funebre etrusco, il ruolo fondamentale del vino nelle libagioni e nei sacrifici in offerta agli dèi, oltre che di viatico per l’aldilà, simbolo di continuità tra i vivi e i morti e medium tra le due dimensioni. La Tomba, maschile, è databile all’ultimo quarto del VII secolo a.C. ed è indicativa di un elevato ceto sociale, offrendo ulteriori informazioni storiche sull’aristocrazia etrusca e sul pregnante significato attribuito al simposio quale affermazione di status e potere anche nella vita ultraterrena. La centralità del vino nei simposi tra élite in Etruria, dove a differenza della Grecia le donne partecipavano, è testimoniata dai dipinti parietali rinvenuti nelle sepolture che, in assenza di una letteratura, unitamente ai raffinati corredi funebri, diventano importanti mezzi conoscitivi. La riproduzione di una scena di banchetto tratta dalla Tomba di Leopardi di Tarquinia offre una suggestiva ambientazione al corredo bronzeo di epoca etrusca della collezione permanente del Museo del Vino; le opere in prestito dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale propongono ulteriori approfondimenti sul complesso sistema di valori, riti e credenze presso gli Etruschi, sul carattere sacrale attribuito al vino. Dono degli dèi, il vino unisce mondi, civiltà, miti, culture mantenendo il suo carattere divino.
La mostra è realizzata nell’ambito del progetto “TraMusei” della Fondazione Lungarotti che identifica una rete di collaborazione e sinergia tra diverse strutture museali, grazie al contributo della Direzione Generale Biblioteche e istituti culturali del Ministero della cultura. L’esposizione sarà inaugurata il 24 ottobre 2025 e rimarrà aperta fino al 5 luglio 2026.
Mostra
Vino, dono degli dèi. La Tomba 58 della Necropoli dell’Osteria area C e la bioarcheologia a Vulci
Museo del Vino MUVIT, 24 ottobre 2025 – 5 luglio 2026
Vernissage venerdì 24 ottobre 2025, ore 18




